
Gli impianti di telecomunicazione trasformano un segnale elettrico in energia elettromagnetica irradiata nello spazio (antenne trasmittenti) oppure effettuano la conversione inversa (antenne riceventi). Negli ultimi anni si è assistito a un forte sviluppo di questi sistemi.
La trasmissione può essere di tipo:
- direttivo, cioè da punto a punto
- broadcasting, cioè da un punto emittente a molti punti riceventi.
A volte, potenze elevate generate da apparati installati a pochi metri dal suolo possono sottoporre la popolazione che vive nelle vicinanze a esposizioni eccessive.
Approfondimenti
Sono impianti di tipo broadcasting e spesso hanno potenze superiori al kW. A seconda della loro quota di installazione coprono bacini di utenza che interessano anche intere Province.
Le emittenti radiotelevisive sono perciò le più critiche per l’entità dei campi elettromagnetici e l’esposizione della popolazione.
Sono impianti di tipo direttivo. Usano antenne paraboliche per inviare il segnale a grandi distanze impiegando potenze in molti casi inferiori al Watt. Spesso hanno grandi dimensioni e un notevole impatto visivo, ma di solito, grazie all’elevata direttività e alle potenze impiegate, non creano problemi per la protezione ambientale e sanitaria.
Sono impianti di tipo broadcasting che impiegano potenze di decine di Watt e di solito interessano aree di qualche chilometro. Gli impianti di telefonia cellulare coprono in modo capillare tutto il territorio e assegnano a ogni stazione installata un’area o cella, le cui dimensioni dipendono dalla densità degli utenti. Per questo motivo le SRB sono prevalentemente installate nei centri abitati.
Le antenne delle SRB tradizionali sono generalmente montate su tralicci, sul tetto di edifici o di torri di acquedotto, a un'altezza variabile dai 15 ai 50 metri da terra. Su una stessa struttura possono essere presenti più SRB di diversi gestori (il cosiddetto co-siting).
In alcune zone dei centri urbani, in genere sulla parete di edifici o all´interno di insegne, vengono installate SRB di piccole dimensioni, al servizio delle microcelle, per garantire la copertura nelle aree a maggior traffico telefonico. Nelle SRB sono spesso presenti parabole per i collegamenti ponti radio al servizio delle stesse SRB.
La Sentenza della Corte Costituzionale 28/03/2006, n. 129 dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 27, comma 1, lettera e) della Legge regionale 11/03/2005, n. 12, in base alla quale «l’installazione di torri e tralicci per impianti radio-ricetrasmittenti e di ripetitori per i servizi di telecomunicazione» rientrava fra gli «interventi di nuova costruzione» cioè fra quelli di trasformazione edilizia e urbanistica del territorio, soggetti pertanto a permesso di costruire ai sensi dell’articolo 33 della medesima legge.
La Corte Costituzionale ha ritenuto che l’articolo 87 del Decreto legislativo 01/08/2003, n. 259 costituisce attuazione della delega legislativa contenuta nell’articolo 41, comma 2, lettera a) della Legge 01/08/2002, n. 166 che, in materia di telecomunicazioni prescrive «procedure tempestive, non discriminatorie e trasparenti per la concessione del diritto di installazione di infrastrutture» e la «riduzione dei termini per la conclusione dei procedimenti amministrativi, nonché regolazione uniforme dei medesimi procedimenti anche con riguardo a quelli relativi al rilascio di autorizzazioni per la installazione delle infrastrutture di reti mobili».
La previsione di un ulteriore procedimento, finalizzato al rilascio del permesso di costruire, che si sovrappone ai controlli da effettuarsi a cura dello stesso ente locale nell’ambito del procedimento unificato, costituirebbe un inutile appesantimento dell’iter autorizzatorio per l’installazione di torri e tralicci per impianti radio-ricetrasmittenti e di ripetitori per i servizi di telecomunicazione, in contrasto con le esigenze di tempestività e di contenimento dei termini, da ritenersi, con riferimento a questo tipo di costruzioni, principi fondamentali di governo del territorio.